Intervista all'esperto

Intervista a Cristian Altinier

Intervista a Cristian Altinier

Come iniziano le favole per diventare un calciatore professionista? Beh, solitamente con un semplice "C'era una volta...". Ecco, in questo caso potremmo dire che "c'era una volta un bambino sul campetto della parrocchia che sperava di giocare da grande nella squadra della sua città... e diventare calciatore professionista". Il resto lo trovate nella nostra intervista a Cristian Altinier.


Come diventare un calciatore professionista?

Ma come diventare calciatore professionista? Quali e quante difficoltà bisogna superare? Ed è poi davvero così facile diventare "profeti in Patria" oppure, a volte, la carriera che ti sta aspettando si aprirà lontana da casa tua?

Sono temi sicuramente di grande interesse per tutti quei ragazzi che credono fortemente nel loro talento e che vogliono continuare a mostrarlo, per coltivare il sogno di diventare un calciatore professionista .

E chi, meglio di chi ce l'ha fatta per davvero, può spiegarci tutto questo? Preparatevi allora, perché oggi CambioSquadra è con Cristian Altinier.

D: Ciao Cristian è davvero un piacere averti con noi.

R: Grazie a Voi per l'invito.

D: Partiamo da qualche numero, più di 400 presenze nei professionisti, in doppia cifra in tutte le categorie in cui hai giocato, 20 anni di carriera e...dobbiamo aggiungere altro? Com'è iniziato tutto?

R: Mah, la mia carriera ha avuto inizio nei primi anni 2000, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili del Mantova sono riuscito ad aggregarmi alla Prima Squadra ed a mettermi in luce con grande impegno e sacrificio costante, poiché il mio obbiettivo era quello di diventare un calciatore professionista.

D: La tua è stata una parabola straordinaria, ti sei dovuto allontanare dalla tua città natale per affermarti come calciatore e poi ci sei tornato da "Capitano", che difficoltà hai incontrato nel tuo cammino? 

R: Sai, il calcio è fatto di grandi soddisfazioni ma anche grandi difficoltà, il bello dei momenti di difficoltà secondo me è quando riesci a reagire e rialzarti, io ho avuto la fortuna di riuscire a convincere tanti allenatori delle mie capacità e a segnare in tutte le categorie in cui ho giocato ma ci sono stati molti alti e bassi, non è mai un percorso lineare, come penso sia per tutti i lavori, e soprattutto nello sport dove tutto questo viene naturalmente amplificato.

D: Nella tua carriera hai cambiato squadra diverse volte, che rapporto hai avuto con Agenti, Osservatori, Scout in generale?

R: Io ho avuto due Agenti durante la mia carriera, soprattutto con il secondo siamo ancora ottimi amici ed è stato molto utile nell’aiutarmi ad interpretare i contratti sportivi e a prendere delle decisioni per il mio futuro calcistico.

D: Grazie al calcio hai girato praticamente l’Italia intera, quanto è stato difficile, di volta in volta, adattarsi alle nuove città e qual è il posto che ricordi con più affetto e quello invece dove ti sei trovato peggio?

R: Si beh, questo è senz’altro un aspetto molto importante del calcio; cambiare squadra e città sono all’ordine del giorno se fai lo sportivo professionista ma dopo tanti anni ti abitui, i primi momenti di solito sono un po’ complicati, ti devi orientare ed imparare a conoscere la nuova realtà ma poi, anche grazie ai compagni di squadra, riesci ad integrarti e a vivere esperienze che sono sempre (almeno nel mio caso) di grande arricchimento personale e professionale; ci sono sicuramente posti dove mi sono trovato meglio ma sono state tutte esperienze molto interessanti.

D: Parliamo del prototipo del calciatore moderno, che caratteristiche dovrebbe avere secondo te?

R: Il calciatore moderno “più doti individuali ha e meglio è”, sia dal punto di vista atletico che tecnico che caratteriale, poi l’unica dote che non può mancare mai è il talento perché è l’unica che non si può allenare, le altre caratteristiche invece sì; per quanto mi riguarda ritengo che, nella mia carriera, la dote che più mi ha aiutato sia stata “la testa”, intesa come carattere e forza di volontà, che sono stati fondamentali per salire le categorie.

D: Che consigli daresti ad un ragazzo che volesse intraprendere una carriera professionistica?

R: Di non aver rimpianti, di dare tutto e di prendere ogni decisione con la propria testa, di giocarsi tutte le proprie carte con grande serenità senza aspettarsi alcunché perché nel modo nel calcio ci sono mille variabili che purtroppo non dipendono solo da noi e dal nostro lavoro.

D: L’ultima domanda riguarda noi, conosci Cambiosquadra.it? Cosa pensi del sito?

R: Lo conosco, sono convinto che offra un'opportunità grande a tutti quei ragazzi, e sono molti, che pur avendo delle doti non riescono, per mille motivi, ad essere visionati da Osservatori di club professionistici. La possibilità poi di postare i video aiuta molto, ai miei tempi esistevano ancora le videocassette (ride)...

D: Grazie Cristian e un grosso in bocca al lupo per il futuro.

R: Crepi. Grazie a Voi!

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